Il dolore delle parole

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Ho perso tutte le parole . Sono finite in fondo al mar Mediterraneo. Si sono adagiate con le migliaia di persone che si sono addormentate per sempre in fondo al mare.No, non hanno deciso loro di addormentarsi per sempre in fondo al mare, no, ma sono state scaraventate dalla nostra indifferenza, dal nostro egoismo , dalla nostra poca attenzione verso il mondo. Ma essere nel mondo significa sfuggire all’assedio del mondo per abitare il mondo, fuggire dal proprio essere in mezzo al mondo per averlo come luogo di abitazione. L’uomo deve anche fuggire da sè per prendersi cura di sè. La sua cura è per sè solo se è per il mondo; solo correndo verso il mondo l’uomo si soccorre. Fuggire da sè, ek-sistere, e allora l’uomo deve necessariamente essere sempre fuori di sè, è intenzionalità, trascendenza, immediato sbocco sulle cose, apertura originaria, continuo progetto e perciò proiezione futura. Migliaia di addormentati in fondo al mare lo sapevano bene e lo continuano a sapere e continueranno sempre a saperlo ed a vivere affinchè noi un giorno , potremo riconoscere la loro sapienza ed il loro coraggio.

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